Qual è la ricetta per archiviare la crisi?
“Non parlerei di crisi. Di sicuro ci sono segnali che devono far riflettere su diverse cose, ma in tutti questi anni abbiamo vissuto momenti ben più difficili. Per dare una netta sterzata bisogna avere il coraggio, da parte di tutti, allenatori, dirigenti e giocatori, di mettersi in discussione, di allenarsi più forte che mai, per migliorarsi costantemente. Non si è mai finito di imparare, considerarsi arrivati è un limite”.
Spesso i giocatori intervistati elogiano l’ambiente Bagnolo, che ti lascia lavorare con grande tranquillità. E’ un’arma che si sta rivelando controproducente? Tradotto: troppa tranquillità?
“Quello che chiediamo e che offriamo a chi viene a Bagnolo è rispetto, serietà, impegno e sincerità. Tutti sanno che in caso di problemi siamo sempre disposti al confronto e al dialogo, i momenti difficili vanno risolti assieme, non alimentati ulteriormente con provvedimenti drastici. Questo comunque non vuol dire non tenere monitorata la situazione o non intervenire in caso di atteggiamenti che passano il limite. Ma preferiamo rimanere fuori dallo spogliatoio, convinti che sia quello il luogo gestito dai giocatori, in cui si forma un gruppo vero”.
Il mercato si è appena riaperto: ci saranno interventi?
“Per fortuna abbiamo un bravissimo ds, Giorgio Begnardi, che assieme a mister Fabio Malservisi farà le proprie considerazioni e valuterà ciò che offre il mercato. Vedo comunque giovani che si stanno ben comportando. Chissà, forse i migliori acquisti li abbiamo già in casa...”.
Obiettivo stagionale: Bagnolo punta alla “double” coppa-campionato?
“Ogni sportivo va sempre in campo per vincere il più possibile. Alla fine tireremo le somme”.
Il derby di sabato col Real Casalgrandese arriva nel momento meno indicato, o forse proprio nel momento più indicato per girare pagina. Dipende dai punti di vista…
“Ogni derby ha un sapore particolare, sembrerò matta ma forse è l’avversario più giusto in questo momento. Il Real Casalgrandese ha appena battuto la capolista Olimpia Regium e verrà a Bagnolo con il coltello tra i denti, dal mio punto di vista questo non può che essere un grandissimo stimolo per i nostri ragazzi. So che esiste un Bagnolo concentrato, concreto, aggressivo e grintoso. E sono convinta che lo rivedrò presto”.
Capitolo giovanili: difficoltà ma anche soddisfazioni non mancano affrontando tre campionati. Quale il giudizio su questa prima parte di stagione per Under 21, Juniores e Allievi?
“Quando si parla di settore giovanile, devi mettere in conto di andare incontro a problemi, è la più grossa scommessa che si possa fare, ma è innegabile che siano proprio i giovani il futuro di questa disciplina.
Si sapeva che il campionato Under 21 era difficile; abbiamo avuto parecchi problemi causati da diverse defezioni inaspettate ad inizio stagione, ora però ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo cercato di trovare una soluzione da cui ripartire. Spero che da qui in poi mister Tagliavini e i suoi collaboratori possano togliersi delle belle soddisfazioni, la squadra ha il potenziale per fare bene.
La Juniores sta ben figurando, deve ancora trovare maggiore continuità, ma considerando che in squadra ci sono diversi nomi nuovi e diversi ragazzi classe 1998-1999 siamo sicuramente soddisfatti dei risultati fin qui ottenuti, anche se non ci accontentiamo mai.
Per gli Allievi il giudizio è positivo, primo perché siamo partiti ad agosto con otto giocatori ed ora settimana dopo settimana continuano ad aumentare, secondo perché dal punto di vista strettamente tecnico e agonistico si notano costanti miglioramenti. Basti pensare che alcuni giocatori sono già stati convocati nella rappresentativa regionale di categoria.
Ne approfitto per dire che qui a Bagnolo, se si parla di settore giovanile…si parla di Daniele Bruschi, un instancabile ragazzo dal cuore d’oro, che si prende cura di quasi 30 adolescenti. A lui va un grande ringraziamento”.
Chiudiamo con una curiosità: sei una delle poche dirigenti-donna non solo nel calcio a 5, ma nello sport in generale. Cosa ti ha spinto a suo tempo a prendere questa strada e come ti trovi in un settore prettamente maschile?
“E’ passato così tanto tempo che ormai non ricordo più… Battute a parte, è stato tutto molto naturale: segui una squadra di amici dove gioca anche il tuo ragazzo, inizi ad aiutarli dalle piccole cose, compilando un referto di gara semplicemente perché hai una bella grafia, e da lì pian piano il discorso si allarga...
Le cose stanno cambiando, vedo diverse donne dirigenti, in certi casi anche allenatrici o arbitri di squadre maschili. Magari ci si nota meno, ma ci siamo. Non ho mai avuto grossi problemi in un ambiente maschile, penso che alla base di ogni conoscenza ci debba essere rispetto reciproco, al di là del sesso di appartenenza. Ovvio, capita di incontrare il tizio che ti dice che faresti meglio a stare a casa a stirare, ma in fondo basta riderci su. Il mondo è bello perché vario”.